L'arte del ricamo

Stile e tradizione artigianale

Le donne iniziavano a ricamare da piccole, imparando presto i punti di base: si esercitavano con pezzetti di stoffa e avanzi di lenzuolo su cui riproducevano le lettere dell’alfabeto e i numeri.

Il ricamo (ricam), attività artigianale di eccellenza ancora oggi praticata, in realtà è un’arte antichissima:forestale che si tramanda da secoli.

I disegni, le decorazioni e gli ornamenti creati con ago e filo su un tessuto costituivano il modo più semplice per impreziosire e personalizzare i capi indossati dai grandi personaggi politici e religiosi, aumentandone la dignità e il prestigio.

La preziosità dell’oggetto ricamato dipendeva dall’accuratezza dell’esecuzione, dalla qualità dei materiali di cui si faceva uso, dall’armonia della composizione.

In Carnia l’arte del ricamo conobbe il suo massimo splendore tra il Seicento e il Settecento, accompagnandosi alla filatura. Si trattava di un’attività che coinvolgeva le donne di ogni fascia sociale, impegnandole soprattutto nelle lunghe serate invernali.

Ad essere abbellite non erano solo le tele più preziose, da destinare ad eventi importanti quali i matrimoni o i battesimi, ma anche quelle meno raffinate, tessute con il telaio di casa e di cui si faceva uso quotidianamente, che diventavano capi di arredo (tovaglie, lenzuola) o di vestiario (camicie, fazzoletti da testa).

 

Il ricamo a Paularo

Pure nella Val d’Incaroio il ricamo ha radici profonde.

Per secoli la maggior parte delle donne paularine ha ricamato il proprio corredo, che era una parte importante della dote (l’insieme dei beni che la famiglia della sposa portava allo sposo per sostenere gli oneri del matrimonio).

La dote dipendeva dalle possibilità economiche dei genitori e dalle tradizioni del luogo: poteva comprendere terreni, case, mobili, denaro, ma per consuetudine ne faceva parte anche il baule con gli arredi tessili e gli abiti.

Ancora oggi alcune famiglie conservano gli inventari dotali dei propri ascendenti con l’elenco dei capi di vestiario e di biancheria, affiancato talvolta da alcuni appunti sullo stato di usura dell’arredo o del vestito (in queste annotazioni non vi era nulla di intimo o di dispregiativo, servivano unicamente a fare una stima dei capi e degli indumenti).

Poteva accadere che la dote includesse i lenzuolini per il battesimo e la culla del futuro nascituro. Si racconta anche che verso la metà dell’Ottocento operavano nella Val d’Incaroio delle ricamatrici che realizzavano paramenti sacri e corredi per le spose benestanti.

Per produrre un corredo di medio livello impiegavano circa un anno.

Il Gruppo "Mans d'Aur"

l lavoro artigianale del ricamo, praticato a mano ed esercitato con fantasia e abilità, è stato riscoperto in questi anni a Paularo grazie all’azione di un gruppo, Las mans d’aur di Paulâr (Le mani d’oro di Paularo), costituitosi nel 2004 su iniziativa dell’insegnante Alba Dereani.

Alcuni anni prima il Comune e l’Istituto Comprensivo “Jacopo Linussio” si erano adoperati per far conoscere questa tradizione ai giovani della vallata: l’obiettivo era quello di insegnare gli antichi mestieri della Val d’Incaroio organizzando dei corsi per studenti e adulti.

l gruppo si è poi fatto carico della “missione”, animato com’è da un grande interesse e dal piacere di ritrovarsi e di creare assieme per tramandare l’arte del ricamo alle nuove generazioni.

Si è impegnato inizialmente nella produzione di tovaglie per gli altari della Chiesa Parrocchiale e ha poi allargato l’attività ad altre creazioni, particolarmente apprezzate per la raffinatezza, la cura e la precisione.

L’impegno costante e l’attaccamento alle radici hanno caratterizzato in questi anni il lavoro dell’associazione. La realizzazione dei capi coinvolge tutte le donne aderenti al gruppo nelle varie fasi della lavorazione, dalla scelta dei tessuti e dei colori dei filati alla ricerca dei disegni e dei punti, assecondando la tradizione paularina che da sempre unisce ricerca, dedizione e manualità.

I lavori sono stati presentati in varie esposizioni e mostre a cui il gruppo ha preso parte, in occasione della Festa dei Mistîrs a Paularo ma pure a Cividale, Portogruaro, Clauzetto, Sillingy (Francia), al Castello di Gorizia, a Villa Manin di Passariano, al Museo Carnico delle Arti Popolari e a Palazzo Frisacco a Tolmezzo.

Nel 2007 è stato organizzato un convegno, con la partecipazione dello stilista Santo Versace, che si è posto l’obiettivo di definire le linee di sviluppo dell’artigianato locale, da cui è emerso con chiarezza che solo con il recupero del “saper fare” la Carnia e Paularo in particolare possono rivendicare spazio nella cultura e nell’imprenditoria.

Nel 2008 la rivista “Ricamo Italiano” ha dedicato un ampio servizio fotografico alla memoria e allo stile dell’arte del ricamo di Paularo.

Nel 2009 il gruppo Mans d’aur è stato invitato a Penne (Pescara) dall’azienda Brioni, che opera nel settore della sartoria di alta qualità, per esporre e illustrare le sue produzioni.

Jacopo Linussio docet

Primo imprenditore in Europa ad incentivare il lavoro a domicilio femminile con la creazione di una rete di tessitrici che operavano sul territorio, a cui forniva la materia prima, lino e cotone, curando la raccolta del prodotto finito e provvedendo alla sua commercializzazione.

Nato a Villamezzo di Paularo nel 1691, figura di spicco nel panorama manifatturiero del Friuli del Settecento, Linussio riuscì in breve tempo a realizzare quello è stato definito il più grande stabilimento tessile d’Europa.

Prendendo spunto dalle composizioni presenti su alcuni parametri sacri custoditi presso la settecentesca Casa Scala detta La Mozartina, sono stati ricavati i disegni delle ricamatrici del tempo perché possano essere rielaborati e trasferiti su lenzuolo; la medesima attenzione è stata rivolta ad alcuni lavori esposti presso il Museo Carnico delle Arti Popolari, che vengono utilizzati per la creazione di tovaglie da tavolo con stoffa in puro lino tessuta appositamente.

L’ultimo progetto a cui il gruppo si sta dedicando riguarda lo studio dei lavori realizzati da Jacopo Linussio

Le tecniche di esecuzione

Il ricamo a mano richiede abilità ed esperienza basandosi su una grande varietà di punti, ognuno rappresentativo di precise tecniche di esecuzione.

Certamente alcuni punti sono nati dall’esigenza di unire o sagomare i tessuti in modo funzionale, aggiungendovi quell’armoniosità e quella capacità decorativa che hanno fatto acquisire al ricamo una valenza artistica.

Alla base vi è anche la competenza della ricamatrice: il tessuto, le caratteristiche del disegno e la sua dimensione, il filato, devono essere scelti in armonia tra loro e concordare in luminosità, robustezza e grazia, il tutto in funzione dell’opera da realizzare e della sua destinazione.

A Paularo i punti più usati sono: punto croce, intaglio, pieno, cordoncino, vapore, smerlo, ombra, rodi, lanciato, erba, orlo giorno, gigliuccio.

I colori prescelti sono di grande effetto: rosso, rosa antico, indaco e naturalmente bianco. I motivi dominanti: fiori, sfilati, monogrammi, rosoni.

Le tecniche di cui fanno uso le ricamatrici paularine sono diverse.

Vi è il ricamo su disegno, la cui fase preparatoria prevede la scelta e la predisposizione di un disegno o di uno schema, da riprodurre accuratamente sul tessuto, a matita o a ricalcato, e da dipingere variamente con fili colorati o fili bianchi. In quest’ultimo caso, trattandosi solitamente di ricamo bianco su bianco, ad essere oggetto di decorazione è la biancheria intima o la biancheria per la casa. Questa tecnica richiede l’uso di un tamburello che tiene in tensione il disegno da ricamare.

Il ricamo a fili contati comporta l’utilizzo di tessuti a trama larga e regolare in modo da poter contare i fili di tessitura, permettendo l’esecuzione di ricami dai punti omogenei per grandezza. Si ricama direttamente sul tessuto contando i fili di ordito (costituiscono la parte longitudinale della tela) e i fili di trama (sono la parte trasversale), da ricoprire o lasciare a vista. I punti a fili contati, variamente associati tra loro, definiscono stili di ricamo ornamentale eleganti e raffinati con richiami all’antico.

Il ricamo riferito comprende i lavori che, pur rientrando come disegno nelle due precedenti categorie, non possono venire trasferiti a matita a causa del tessuto particolare che si intende usare, come il velluto o la seta. Si preferisce lavorare direttamente con l’ago, senza un disegno preliminare su stoffa, con il solo riferimento visivo alla figura originale che può anche ridursi a mera fonte di ispirazione.

Vivìnt
s’impare
a vivi

“Vivendo
si impara
a vivere”

Foto di gruppo storica di mans daur dell'ecomuseo di paularo