LA MOZARTINA

La casa della musica

La casa della musica

La Mozartina di Paularo è un museo davvero singolare ed è il frutto della paziente dedizione per la musica e per la storia degli strumenti musicali del Maestro Giovanni Canciani.

La collezione, dedicata principalmente allo strumento a tastiera, è ospitata nella sua casa di Villamezzo. Completamente ristrutturato dopo l’incendio della notte di Natale del 1709, l’edificio ha origini che risalgono probabilmente al 1500: lo si evince dalla bifora centrale e anche dal portale che rimanda allo stile Luigi XIII. Sobrio, seppure elegante, ha una disposizione interna molto razionale che si presta alla sistemazione degli strumenti, pur conservando lo spirito di una casa viva e accogliente.

LA COLLEZIONE

Una raccolta degna di “nota”

La Mozartina è un museo dove il protagonista è il suono: ospita una raccolta di strumenti musicali a tastiera che in sintesi rappresenta la storia dell’organo, del clavicembalo e del pianoforte. Fin dall’inizio ha assunto la fisionomia di una vera e propria Casa della Musica, destinata ad offrire concerti, intrattenimenti musicali e anche momenti conviviali, così da rendere più viva la visita al Museo. Gli strumenti sono esposti su tre piani come parte dell’arredamento della casa, insieme ad altri oggetti di uso comune. Sulle pareti figurano inoltre strumenti ad arco, a pizzico e a plettro.

La raccolta è arricchita da manoscritti settecenteschi di musiche inedite di importanti autori stranieri. Così pure nelle librerie figurano pregiate edizioni antiche di teologia, filosofia e storia. Immergendosi nell’atmosfera di queste sale, il visitatore può avvertire la presenza dei musicisti ai quali la casa è dedicata, in primo luogo di Mozart, da cui prende il nome la collezione.

LA SALA DELL’ORGANO TESTA

Questa bella sala dalle volte a vela ospita una sintesi di tutti gli strumenti a tastiera. Sono esposti un organo, un clavicembalo, un pianoforte con meccanica forté, un pianoforte con meccanica a baionetta e quello che è  stato il primo strumento ad ancia della storia della musica: il flauto armonico. Lo strumento più importante è un pregevole organo Testa, databile verso il 1650; un capolavoro di ingegneria organaria capace di concentrare ben 320 canne in uno spazio di poco meno di un metro quadro. Lo strumento, dal suono particolarmente dolce, è in ottimo stato di conservazione.

Da rimarcare, inoltre, la precisione nella costruzione dei 320 canali, del diametro di due centimetri quadri, scavati in un pezzo di noce, e ricoperti da una soletta dello spessore di due millimetri, sempre in noce, che distribuisce l’aria alle varie canne. Attualmente lo strumento è alimentato da un’elettroventola, ma conserva ancora il suo mantice originale, perfettamente funzionante, che originariamente veniva azionato da un manticere che si poneva di fianco.

In questa sala sono inoltre esposti:

il pianoforte Thurmer, strumento di fine ’800 ma già di concezione moderna, con meccanica corteza e intelaiatura in ghisa sospesa, che mantiene una bellezza straordinaria del suono grazie alla tavola armonica ancora intatta. Gli intarsi del mobile riproducono figure relative ai simboli misteriosi della Massoneria: il demonio e le civette;

il flauto armonico, inventato da Grenié nel 1810, è il primo organetto ad ancia e segna una svolta decisiva perché non solo produce autonomamente il fiato necessario alle canne, ma, date le sue dimensioni ridotte, può essere collocato in casa;

il pianoforte Waldemar, uno strumento quasi contemporaneo al Thurmer ma con un altro principio costruttivo, in quanto la meccanica a baionetta, ossia la smorzatura dei suoni, avviene con l’ausilio di contrappesi.

Bisugne balâ daûr la musiche
“Bisogna ballare seguendo la musica.”

Nelle foto in alto un’immagine Pianoforte a tavolo Kaeferle e del Pianoforte Kriegelstein

LA SALA CARNICA

In questa sala, accanto ai cimeli della famiglia Canciani, c’è un raro pianoforte da tavolo Kaeferle dell’Ottocento, strumento spesso usato dagli operisti, e progettato secondo gli schemi del fisico tedesco Hélmholtz. Pur essendo di modeste dimensioni, ha tuttavia la sonorità di un pianoforte a mezza coda. Di notevole pregio il pianoforte Kriegelstein, importante per le innovazioni apportate alla meccanica ed alla struttura portante. È il tipico pianoforte francese dell’Ottocento, spesso riprodotto nei dipinti degli Impressionisti.

LA STANZA DEL COMPOSITORE

La stanza del compositore è caratterizzata dalla presenza di un pianoforte Erard, la marca preferita da Beethoven, strumento particolarmente interessante perché presenta una tavola armonica a forma di liuto. Pur essendo della metà dell’Ottocento, questo strumento possiede già la meccanica scoperta, di tipo fortè, che prefigura lo strumento moderno con la smorzatura a molla. Nella stessa stanza si trova una copia di liuto del Cinquecento e un violino Geiepel di notevole pregio.

Nelle foto in alto un’immagine del pianoforte Wopaterni e Natività – Dipinto del Genovesino  (particolare)

LA SALA DEL GENOVESINO

La sala del Genovesino è caratterizzata da due dipinti del Cinquecento: “la Natività”, attribuita a Luigi Miradori, detto il Genovesino, di notevole pregio per la bellezza dei soggetti e per la tecnica pittorica manieristica, e il dipinto di Gioacchino Asseretto che rappresenta S. Francesco in abito cappuccino che riceve da un Cristo alato le stigmate, con sullo sfondo la Chiesa della Porziuncola. La presenza più importante di questa stanza è un pianoforte Wopaterni in perfetto stato di funzionamento. Alle pareti sono inoltre appesi strumenti dell’Ottocento, e nella libreria sono contenuti volumi di edizioni rare, stampe e manoscritti di celebri compositori.

LA SALETTA DEI CONCERTI

Appena salito lo scalone, si incontra il pianoforte Lipp, considerato nell’Ottocento il principe dei pianoforti. Uno strumento straordinario ma dalla messa a punto particolarmente difficile; forse per questo è sorta una strana leggenda: si dice che, tutte le volte che sembra sentirsi il suono di questo strumento, capiti qualche bizzarro incidente. In questa sala fanno inoltre bella mostra di sé due pregevoli armonium. Di grande interesse la raccolta di “Pianete” del Seicento e dell’Ottocento di varie fatture e tessuti.